Certe volte penso che siamo tutti così in disaccordo su tutto che quello che passa per ‘consenso al capo’ non sia altro che un utile paravento per farsi ognuno i fatti propri, salvo poi averne dei fastidi e cominciare a scalpitare, far volare gli stracci, mettere mano ai famosi ‘(a) mali estremi estremi rimedi’.

Dalla crisi della grande finanza, alla disoccupazione, all’evasione fiscale o alla criminalità organizzata: se aggirare la legge è più conveniente che rispettarla o è sbagliata o inappropriata la legge, o è sbagliata o inappropriata la pena, o il reato non dev’essere reato.

In Italia il premier silvio berlusconi risponde proprio così: certi reati semplicemente non devono essere più, o non dovrebbero esserlo per il futuro, un reato. In Grecia molto probabilmente sarà sbagliata sia la legge che la pena (perversamente inflitta a chi la legge dovrà averla rispettata per forza, trattandosi di lavoro pubblico e dipendente).

Piero Ostellino stamattina scrive: ha fallito lo Stato Moderno. Certo. Ma fallisce anche la concezione che fin qui si è avuta di spazio pubblico e bene pubblico. Qualcosa che è a disposizione di tutti e di nessuno. E quindi nessuno tutela. Nessuno di noi si sente partecipe di un ‘pezzeto di bene pubblico’ che gli deriva dallo Stato, come patto sociale su cui si fonda il nostro modo di vivere. Lo Stato ormai è fruito soltanto nella veste mediata dalla politica che me ne elargisce quel tanto che le serve a conquistarsi il mio voto. E se non sono un sistema di potere interessante, onestamente del mio voto non se ne fa niente e quindi a me non arriverà nemmeno un pezzettino di Stato o bene comune.

Non è più un diritto Costituzionale, come il lavoro. E’ un favore che mi hanno fatto in quanto elettore più o meno appetibile. Come è molto ben scritto qui.

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